..il nipote Federico lo descrive così...
Di aspetto gentilmente altero e piuttosto severa con noi bimbi; ci voleva educati e obbedienti e ricordo il nonno paterno Ciro come un personaggio straordinario; era signorile, affabile, comprensivo e disponibile verso il prossimo e in particolare verso noi nipoti; nato nel 1863, sotto l'Austria Ungheria, da ragazzo aveva frequentato una scuola di fotografia a Torino, dalla quale aveva assorbito una buona preparazione culturale e professionale per cui, al suo rientro a Buja, intorno al 1890, si trovò ad operare come primo fotografo professionista del Friuli. Con lui non vi era alcuna difficoltà di comunicazione; la sua fantasia ci stimolava non solo nei giochi ma anche nellostudio; era attento portatore dell'informazione quotidiana e lo ricordo assiduo lettore del Gazzettino e del
Corriere della Sera. Lo sentivamo nostro complice anche nei divertimenti, talora non proprio tranquilli e sicuri, come ad esempio nella preparazione dei fuochi d'artificio, per i quali noi ragazzi andavamo matti; ce li costruivamo in casa, dosando sapientemente i vari componenti in polvere a seconda degli effetti di colore e di intensità sonora desiderati. Da bambino e poi da ragazzino ho imparato da lui anche a maneggiare gli apparecchi
fotografici, a sviluppare e stampare le foto, a costruire un cannocchiale, a curare le piante di vite, a pigiare l'uva raccolta nel nostro orto, a non ammetteva risposte irrispettose o che mi fa pensare agli occhi di Paperino. In mancanze di qualsiasi genere. Più volte mi conseguenza di quel terremoto la nostra casa inseguì con lo scopetto in mano, a seguito di subì alcune fessurazioni che furono risanate con qualche mia marachella. Devo ammettere però interventi di consolidamento, soprattutto nei che aveva una certa fiducia in me, visto che mi due piani alti. Fu soloun preannuncio di quanto affidava spesso i 30 centesimi (di lira) necessari sarebbe malauguratamenteaccaduto45 anni per l'acquisto quotidiano della carne per il gatto più tardi, nel 1976.