Le fotografie ci guidano nella storia dei bimbi Barnaba: crescendo, essi hanno ricevuto il gravoso
compito di continuare le imprese che, da piccoli, avevano sentito narrare come una fiaba.
Vediamo pertanto Lea e Bianca (Bianca << Peloc >> per lo zio Arrigo), figlie di Francesca Marini
Barnaba, con i cuginetti, profughi a Rimini nella primavera del 1918, a Villa Mattioli, e ci fa sorridere
il ricordo delle minacce di qualche adulto: << Se non stai buono ti faccio mangiare dal profugo >>.
Da sinistra sulla scala :Gigina, Francesca, Lea, Bianca, Arrigo, Lena, Ermanno, Franca
Andreina, Barnabin, Maria.
Da sinistra in piedi : Dott.Mugani, Fulvia, Nino, Giannina, Adolfo.
Alla finestra nonna Nina.
Sorridiamo davanti all tenera istantanea che li vede allineati secondo età e altezza ( da Lea a
Barnabin per il quale la signora Enrichetta era quella che insegnava loro
<< la creansa nel mangia-re >> ) o all'immagine che li fissa arrampicati sugli alberi, baldanzosi e
rigorosamentescalzi secondo i consigli di nonna Nina, impegnati in giochi semplici e ormai dimenticati.
Lea, Bianca, Lena, Ermanno, Andreina, Franca, Barnabin - Gigina, Lea, Bianca, Lena, Ermanno, Franca, Barnabin
La nonna Nina li voleva scalzi a diretto contatto con la terra diceva " ciabatte per i feriti ai piedi "
Vediamo poi Simonetta, la piccola di Arrigo, seria e concentrata nella foto che la ritrae vicino alla nonna ed è facile pensare, ormai, a come questi bambini eredi di un nome tento importante, custodi di un passato così impegnativo, si siano sempre comportati con spontanea semplicità nel gioco, nello studio, nelle piccole occupazioni quotidiane; proprio come i bimbi di ogni epoca e di condizione sociale.
Nonna Nina e Simonetta
Simonetta Barnaba di buja (Figlia di Arrigo) con nonna Nina