Junio Valerio BORGHESE
 

 



(Roma, 6 giugno 1906 – Cadice, 26 agosto 1974) membro della nobile e storica famiglia Borghese.
Nacque come Junio Valerio Scipione Ghezzo Marcantonio Maria Borghese a Roma, in una delle famiglie più blasonate della nobiltà capitolina. Di antiche origini senesi (ultimo ramo Borghese-Torlonia), con tre cardinali, un papa e la sorella di Napoleone Bonaparte (Paolina) fra i suoi rami araldici. E' il figlio secondogenito del principe Livio Borghese di Sulmona (1874-1939), principe di Rossano, principe di Vivaro, principe di Montecompatri, duca di Palombara, duca di Poggio Nativo e Castelchiodato; la madre era la principessa Valeria Maria Alessandra Keun (Smirna, 1880-Catania, 1956), figlia di Alfred August Keun and Virgina Amira. I genitori divorziano a Roma il 31 maggio 1911.
Come conseguenza del fatto che il padre era un diplomatico, Junio trascorse i primi anni di vita in viaggio fra l'Italia e le principali capitali estere, soggiornando in Cina, Egitto, Spagna, Francia e Gran Bretagna.
Sposò a Firenze, il 30 settembre 1931, la russa Daria Wassilievna contessa Olsoufiev Schouvalov (Mosca, 1909-Roma, 1963), da cui ebbe quattro figli:
• Elena Maria Nives (nata a Roma nel 1932)
• Paolo Valerio Livio Vassilj Michele Scipione Romano Maria (Roma, 1933-Roma, 1999), sposa Nikè Arrighi , da cui Flavia.
• Livio Giuseppe Maria della Neve (Roma, 1940-Roma, 1989), sposa Piera Loreta Rita Vallone (1941), da cui :
o Daria, sposa Carmelo Tibor Salleo dei Baroni di San Filippo (1968)
o Livia
o Marcantonio (Roma, 1970), sposa Francesca d'Amore
o Niccolo
• Andrea Scirè Maria della Neve (Roma, 1942), sposa Marisa N, da cui :
o Luca
o Alessio (gemello di Luca)
o Karen
o Valeria
Attratto dalla vita militare, nel 1922 venne ammesso ai corsi della Regia Accademia Navale, dalla quale uscì nel 1928 con il grado di guardiamarina; dovette comunque attendere quasi un anno per avere il suo primo imbarco, sull'incrociatore Trento. Nel 1930 venne promosso sottotenente di vascello e imbarcato su una delle torpediniere operanti in Adriatico; l'anno successivo frequentò il corso superiore dell'Accademia Navale, e nel 1932 venne trasferito ai sommergibili.
Dopo aver frequentato il corso di armi subacquee, nel 1933, promosso tenente di vascello, venne imbarcato dapprima sulla Colombo, quindi sulla Titano. Nonostante avesse nel frattempo conseguito i brevetti di palombaro normale e di grande profondità, fu solo nel 1935 che ricevette il primo incarico di sommergibilista, partecipando alla guerra d'Etiopia, dapprima imbarcato a bordo del sommergibile Tricheco, successivamente del Finzi.

assunse, infine, il primo comando: con il sommergibile Iride prese parte alla guerra civile spagnola, venendo decorato l'8 aprile 1939 della medaglia di bronzo al Valor Militare per «... l'elevato spirito offensivo e le solide qualità professionali...» dimostrate nel corso delle operazioni. Trasferito successivamente presso la base di Lero, nel Dodecaneso, vi rimase fino all'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940.
Nelle prime fasi del conflitto, come comandante del sommergibile Vittor Pisani, prese parte alla battaglia di Punta Stilo e a una serie di falliti tentativi di forzare il porto di Gibilterra, tra il settembre e l'ottobre del 1940. Promosso capitano di corvetta, nel 1941 venne designato alla X Flottiglia MAS, dove assunse gli incarichi di comandante del sommergibile Scirè e di capo del reparto subacqueo: anche con il suo contributo vennero pianificati e realizzati i progetti per il forzamento delle rade di Gibilterra (20-21 settembre 1941) e Alessandria (18-19 dicembre 1941, operazione che condusse Il grave danneggiamento delle navi da battaglia inglesi Queen Elizabeth e Valiant), venendo per questo decorato con la medaglia d'oro al Valor Militare e all'Ordine militare di Savoia.
Il 1 maggio 1943, fu promosso capitano di fregata.

Decorazioni:
Capitano di Corvetta M.M. Al comando del sommergibile Sciré

Medaglia d'oro al valor militare
«Comandante di sommergibile, aveva già dimostrato in precedenti circostanze di possedere delle doti di ardimento e di slancio. Incaricato di riportare nelle immediate vicinanze di una munitissima base navale nemica alcuni volontari, destinati a tentarne il forzamento con mezzi micidiali, incontrava, nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create dalla violenta reazione nemica e dalle condizioni del mare e delle correnti. Dopo aver superato con il più assoluto sprezzo del pericolo e con vero sangue freddo gli ostacoli opposti dall'uomo e dalla natura, riusciva ad assolvere in maniera completa il compito affidatogli, emergendo a brevissima distanza dall'ingresso della base nemica ed effettuando con calma e con serenità le operazioni di fuoruscita del personale. Durante la navigazione di ritorno sventava la rinnovata caccia del nemico e, nonostante le dìfficilissime condizioni di assetto in cui era venuto a trovarsi il sommergibile, padroneggiava la situazione, per porre in salvo l'unità e il suo equipaggio. Mirabile esempio di cosciente coraggio, spinto agli estremi limiti di perfetto dominio d'ogni avverso evento.»
— Mediterraneo Occidentale, 21 ottobre-3 novembre 1940


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