Nel 1918, Arrigo Barnaba fu Paracadutato in Friuli. Tra Osoppo e Tricesimo dove raccogliere
notizie utili al nostro esercito, compiere azioni di sabotaggio, fomentare rivolte, sostenere e
coordinare i <<Depositi Verdi>> (soldati dispersi durante la ritirata e datasi alla macchia) :
l'aggiornamento delle notizie doveva essere comunicato ai superiori per mezzo dei colombi viag-
giatori e il comando austriaco aveva già minacciato severissime pene per i possessori di questi
volatili.
Per tutto questo fu insignito dell'Ordine militare dei Savoia che significava molto di più della
medaglia d'oro al valore. Arrigo Barnaba rifiutò il prestigioso riconoscimento per ragioni di principio
non considerando quanto aveva compiuto più difficile, rischioso e meritevole di tante imprese di
guerra premiate con semplice medaglia al valore.
Pier Arrigo parla cosi degli istanti precedenti alla partenza:
<< L'aereo, ancora fermo, vibra in ogni suo elemento; poi si scuote, si muove; accellera, rulla,
sobbalza, si stacca da terra e s'innalaza decisamente. Siamo sul Piave. Il fiume richiama la mia
attenzione, ma sono distratto dai primi colpi di Shrapnell austriaci. Più che dal rumore dello scop-
pio, appena percettibile, quasi coperto dal rombo dei motori, i colpi si rivelano nel buio della notte
per il bagliore dello scoppio dei proiettili. Il fuoco del nemico si fa più intenso quando arriviamo
sulle linee austriache: sembra di assistere ad un vero spettacolo pirotecnico >>.
Fu una delle prime missioni di militari italiani paracadutati in territori invaso, effettuati con un
bimotore biplano da ricognizione, con un equipaggio esposto al freddo e alla pioggia.(Dis.aereo)
Pier Arrigo, arrivato sopra Ragogna alle quattro di un mattino di ottobre, a motori spenti, si diresse
verso lavallata di Tomba di BUJA: tra peripezie infinite, dopo un lancio fortunosissimo, ma anche
protetto dalla sua buona stella, riuscì a non incontrare alcun nemico mentre, vestito con la sua divisa
da ufficiale degli alpini, con il paracadute in spalla, con le gabbie dei piccioni, le armi, si dirigeva
verso l'abitato.
Protetto, aiutato anche da umili popolani( ad esempio Vattolo Paolo; Beniat Clementina, gentile
adolescente che, casualmente aveva salvato dal guardaroba di casa Barnaba un vecchio abito da
caccia ora utilissimo al travestimento del giovane ufficiale), riuscì a concludere, nella soddisfazione
generale e con pieno successo, il compito assegnato, malgrado le perquisizioni, gli inseguimenti, le
ricognizioni organizzate nell'intero territorio dagli austriaci. Ciò grazie all'aiuto silenzioso,temerario,
spesso anonimo, dei tanti patrioti desiderosi di servire la giusta causa con informazioni, con
suggerimenti, con stratagemmi efficacissimi anche se dal sapore popolare.
Anche la falsa notizia dell'avvenuta sua fucilazione creò, al momento della smentita, una nuova cac-
cia all'uomo: ma ancora una volta il Fato fu amico del coraggioso che, fidando nell'Ideale, certo della
sua splendida Utopia, riuscì vincitore nella prova. La missione è compiuta: occorre rientrare al
comando. Il 4 novembre una pattuglia avanzata d'italiani entre a BUJA. Al passaggio del Tagliamento
sulla passerella provvisoria di Flagogna, l'eroe s'imbatte nella Brigata Como in marcia verso il nemico
che, chiuso tra le gole delle Alpi Carniche, non vuol arrendersi.
Il Colonnello Marchese de Seissel d'Aix è alla sua testa. Lo ferma, lo interroga... Ha un gesto...
Il trombettiere suona << Alt - Ufficiali a rapporto >>.
Si ripercuote l'eco a valle. Accorrono gli ufficiali. Attorno all'eroe è un quadrato di valorosi.
Fermi, sull'attenti, un fremito tutti pervade. Parla il Colonnello e lo addita:
<< Miei ufficiali ! i fasti delle guerre del Risorgimento sono passati....>>
<< Ogni suo atto fu un fulgido esempio di valore e di patriotismo >>.
Così chiude la motivazione della Medaglia d'Oro.
Dott. Stefano Bergagna - Assessore all'Istruzione e Cultura Com.di Buja(Udine) Buje(Udin)
In aprile presentrà una biografia di Arrigo e ho il piacere di riportare un sunto di quello che leggeremo.
Arrigo fu il primo paracadutista alpino della storia nazionale (il terzo paracadutista in assoluto, dopo i tenenti Tandura e Nicoloso, che però non erano alpini). Il nome di Barnaba è molto celebrato nell'ambito dei paracadutisti alpini essendo lui il loro precursore. Per l'occasione esporremo il paracadute originale del Barnaba che si trova nel museo della Julia (Donato al museo dalla figlia Simonetta Barnaba) e una serie di fotografie di Pier Arrigo. Pier arrigo nel '44 si dimette da Podestà di Udine. Gli risultava troppo difficile, quasi intollerabile, collaborare con i tedeschi. Suo padre e i suoi zii avevano scacciato i teutonici dall'Italia, avevano combattuto con Garibaldi. Lui stesso durante la prima guerra mondiale aveva combattuto contro gli austro-tedeschi dove ricevette diverse medaglie, tra cui quella d'oro per il lancio con il paracadute dietro le linee nemiche. Come sapete nel febbraio '44 i tedeschi arrestarono il fratello Adolfo che poi fu deportato in Germania dove morì. Ermanno Barnaba, figlio di un altro fratello (Nino) fu ucciso ad atene il 6 dicembre 1943 dai tedeschi. Era logico che Pier Arigo non potesse essere amico del tedesco occupatore dell'Italia. Pier arrigo è stato un gerarca fascista tra i più importanti del Friuli. Nel '25 fu segretario amministrativo del partito fascista assieme a Farinacci a Roma ed anche deputato, eletto nelle liste del Blocco Nazionale. Nel '38 sempre da Podestà ricevette Mussolini ad Udine con una cerimonia e una partecipazione di folla immensa. Tuttavia dopo l' 8 settembre 1943 anche per lui cambiò il mondo. Come dicevo, nel maggio del 1944 si dimette da Podestà e in luglio i tedeschi lo arrestano perchè sospettato di collaborare con i partigiani( forse lo arrestano a Belluno e poi lo portano nelle carceri di Udine). Da quel momento tutto diventa poco chiaro, non ci sono molti documenti per ricostruire la vicenda. Sembra che verrà liberato grazie all'intervento di camerati, come il federale fascista Cabai e dopo, in qualche modo, riesce ad eclissarsi fino alla fine della guerra. Pier Arrigo dopo la guerra si candiderà alla camera dei deputati con il partito monarchico. In effetti lui era un nazionalista, aveva giurato fedeltà al Re non al Duce. Sarà il candidato monarchico più votato nel collegio di Udine, a testimonianza che la gente gli voleva ancora bene, ma il Partito monarchico non ebbe nessun seggio nel collegio di Udine. Ho consultato gli atti del Comune di Udine quando Pier Arrigo fù Podestà. Egli si adoperò moltissimo per risolvere i problemi dei cittadini in quei difficilissimi anni di guerra. Il giudizio che possiamo avere di lui, anche nel periodo fascista è comunque positivo. Non si macchiò di nessun crimine e questo gli fu riconosciuto pubblicamente anche dal Sindaco di Udine, Cadetto (democristiano) nell' orazione funebre del 1967 quando Pier Arrigo morì.